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Il Cammino di Tarquinia

Cari amici del #CamminodiTarquinia, come avete avuto modo di apprendere, vorremmo percorrere, appena sarà possibile, una sorta di ideale itinerario da #Amantea ad #AielloCalabro, per rievocare i passi che fecero gli Aiellesi e #TarquiniaFerrise, la donna che, come si racconta, prese sulla sua testa la cassa contenente le Sacre Reliquie del Martire #SanGeniale giunta al porto di Amantea.


Non sappiamo quale fu questa strada percorsa quel #26luglio1667. Abbiamo provato però ad immaginare che fosse quella più breve. Ora, guardando la mappa del territorio, ci sono alcune alternative. E vorremmo raccogliere i vostri pareri su quale di queste sia la più plausibile (fermo restando che volendo si possono a rotazione percorrere tutte).


  • Prima alternativa – Amantea, via fiumara (parte dell’attuale strada provinciale 247), attuale strada per S. Pietro, attuale strada per Terrati, Onti, e salita verso Aiello dalla vecchia strada (Fontanelle), oppure lungo quella del Fondo Valle Olivo; 
  • Seconda alternativa – Amantea, via Cannavina, vecchia strada (da anni interrotta da frane) per S. Pietro, attuale strada per Terrati, Onti, e salita verso Aiello dalla vecchia strada (Fontanelle), oppure lungo quella del Fondo Valle Olivo; 
  • Terza alternativa – Amantea, via Colongi, San Pietro in Amantea, attuale strada per Terrati, Onti, e salita verso Aiello dalla vecchia strada (Fontanelle), oppure lungo quella del Fondo Valle Olivo; 
  • Quarta alternativa – Amantea, via Colongi, chiesa di S. Elia, Giardini, S. Caterina, strada fiume Olivo, Aiello.

La storia in breve
"I resti mortali del martire cristiano erano stati estratti dalle Catacombe di S. Lorenzo, per ordine di Papa Alessandro VII, il 4 di maggio del 1656 e consegnati in custodia al cardinale Alderano Cybo, sino a quando non vennero concesse (atto notarile del 10 giugno 1656) alla “terra di Aiello”, dove giunsero il 26 luglio del 1667. La “capsula quadrata”, contenente le reliquie e la boccia con il sangue del martire, era partita da Roma per Napoli e consegnate a Padre Francesco da Pietramala del Monastero dei Padri Zoccolanti di Santa Maria delle Grazie a cui era destinata. Da Napoli, via mare, arrivarono ad Amantea. Depositata sulla spiaggia, fu oggetto di contesa tra alcuni amanteani che volevano appropriarsene, ed una eroica donna aiellese a nome Tarquinia Ferrise. Lì avvennero i primi miracoli: la cassa, durante il tentativo degli amanteani di sollevarla, divenne tanto pesante che solo Tarquinia riuscì a sollevare e portare ad Aiello, liberandosi, nel medesimo tempo, anche dal demonio da cui era posseduta. Qui giunta, la cassa viene portata nella Chiesa del Monastero di Santa Chiara".

Per approfondimenti qui:

Vedi anche la Pagina Facebook dedicata all'iniziativa.

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